“Il patto” di Jodie Picoult (HarperCollins)

Non c’è niente da fare, la Picoult è proprio brava. In ogni suo romanzo c’è sempre un’idea forte, che lei racconta e dipana con grande maestria. Una scrittrice vera, insomma.

New Hampshire, fine anni Novanta: una ragazzina viene uccisa, e l’unico sospettato è il suo ragazzo. I due sono cresciuti insieme, in un rapporto meraviglioso ma esclusivo e morboso. Anche i loro genitori hanno vissuto in simbiosi: vicini di casa, migliori amici, praticamente parenti. Tutto un groviglio di legami in cui, alla morte di Emily, ognuno rimane impigliato fino alla lacerazione.

La verità, non la vuole sapere nessuno. Perché è troppo dolorosa, perché ce ne sono tante e il confine tra loro è labile, o perché, alla verità, non ci si è abituati.

Il patto, con le sue quasi seicento pagine che non si riescono a mollare, è uno di quei libri che non si leggono soltanto la sera, prima di dormire. Viene voglia di ritagliarsi uno spazio anche nel pomeriggio, o prima di cena, o in qualunque momento libero, perché la sua tensione emotiva è sempre alta. Magari la parte del processo è lunghetta, ma comunque brillante. Magari Chris, il protagonista diciassettenne, a volte si comporta un po’ troppo da adulto e risulta non perfettamente credibile, ma insomma Il patto è un libro che regala svago di ottima qualità.

Brava, la Picoult, mi è piaciuta anche questa volta.

2 pensieri su ““Il patto” di Jodie Picoult (HarperCollins)

  1. Mi era piaciuto molto “Piccole grandi cose”: la storia di un’ostetrica afroamericana che subisce i pregiudizi e le discriminazioni razziali di un intero Paese, che somiglia sempre di più al nostro.

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