E insomma, il mio cospicuo buono-regalo natalizio da spendere in libreria l’ho finito, e così l’altro giorno sono tornata alla bancarella dell’usato vicino a casa. (Leggere più di un libro alla settimana è un vizio costoso) :). Lì ho visto La lingua perduta delle gru e, siccome di Leavitt avevo letto anni fa Ballo di famiglia e mi era piaciuto tanto, mi sono portata a casa anche questo. Che mi è piaciuto tantissimo.
Bello, ben scritto, profondo, delicato, struggente. Intelligente. Vero.
Bello anche il titolo, tra l’altro.
Leavitt racconta una storia di amori acerbi e amori maturi, di rapporti tra genitori e figli, di omosessualità dichiarate a fatica o disperatamente nascoste, di paura e di coraggio, di scelte sbagliate e di scelte non fatte.
Bellissimo, veramente.
Per favore, se non l’avete letto, leggetelo.