“La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” di Enrico Ianniello (Feltrinelli)

Fiuuuu, fiuuuu, truìììì. Toooììì-ìììììì-ìììtòòòòòò! Pitiùùùùùùùùù!

Scusate, sto usando il fischiabolario per comunicare come Isidoro, il ragazzino protagonista di questo romanzo appena letto.

E com’è, questo romanzo?

De-li-zio-so.

Non conoscevo l’autore, confesso che l’ho incontrato grazie a una promozione Feltrinelli per cui con 9,90 euro si portano via due libri. Mi ha ispirato il titolo, mi hanno invogliato le prime righe, ed eccomi qua a parlarvi di Ianniello e del suo primo romanzo, pubblicato quattro anni fa. Ha vinto, tra gli altri, il Premio Campiello Opera Prima, e si è aggiudicato anche un bel posticino nel mio cuore.

Un romanzo delizioso, dicevo. Scritto bene, con dentro un po’ di dialetto napoletano, un po’ di genio e un po’ di poesia. Più un pizzico di follia e parecchio sentimento. E una bellissima, originalissima idea di fondo.

Mi ha ricordato Alessandro Barbaglia, col suo Atlante dell’Invisibile.

La trama non ve la racconto, sappiate soltanto che catturerà il vostro lato bambino, e anche il vostro lato adulto, e non li lascerà più andare. E, a libro finito, resterà con voi a fischiettare ancora per molto tempo. Io mi sono anche commossa, ma non ditelo a nessuno.