“Mia madre è un fiume” di Donatella Di Pietrantonio (Elliot)

L’autrice l’ho scoperta qualche settimana fa con il suo splendido L’arminuta. Poi l’altra sera Laura, amica nonché perfetta consigliera di libri, mi ha detto: Leggilo, secondo me ti piace.

Piaciuto. La Di Pietrantonio ha una scrittura particolare, ruvida a volte, con un ritmo non facile, ma curatissima. Mi ricorda un pochino Erri de Luca.

Mia madre è un fiume è il suo primo libro. E ha un’idea di fondo molto bella: una figlia racconta alla madre, che ha perso la memoria, la sua storia. In un modo crudo eppure poetico, semplice eppure sofisticato, duro eppure tenero.

L’ho letto in due sere, sono entrata in un mondo che mi era sconosciuto, l’Abruzzo rurale degli anni Sessanta e Settanta, tra soprusi e saggezze. E poi mi si è aperta, appena un po’, con un certo pudore contadino, una porta sul rapporto tra madre e figlia, dove il dolore per le scarse attenzioni, l’assenza di fisicità e di abbracci hanno lasciato tracce indelebili. Anch’io non ricordo un abbraccio di mia madre, forse anche per questo sono entrata in risonanza con le belle pagine della Di Pietrantonio. Ma la vera emozione, secondo me, è la sua scrittura, elegante e pura come una roccia, eppure friabile nel mostrare il dolore.

“L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi)

 

Bello, bello, bello. Un libro perfetto.

“Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza.”

Vero, scabro eppure poetico, emozionante, profondo. Scritto benissimo, e cito la quarta di copertina che, per una volta, non mente: “La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente”.

Mi ha ricordato un po’ Elena Ferrante, ma in una versione più nitida, minimale.

Bello, bello, bello. La felicità, ieri sera, di aver letto finalmente qualcosa di così perfetto da sembrare magico.